Lo scopo di questi 9 giorni era quello di fare quello che abbiamo atto al Beula Lake, cioè andare alla ricerca dei ogni tipo di manifestazione idrotermale e misurarne i parametri di temperatura, pH delle acque e sua conducibilità e determinarne la posizione con il GPS in modo che poi qualsiasi ricercatore possa usare questo database per i suoi studi. Insomma, abbiamo fatto il lavoro sporco per chi poi dovrà trarre le dovute conclusioni scientifiche...
Uso il “Noi” perché ormai Tom, Adrienne, Greg ed io siamo diventati un unica entità per quanto riguarda questo lavoro...
Comunque... Veniamo al racconto...
Partiamo dal giorno prima della partenza:
Giovedì` riunione con Ann, la nostra capa per raccomandazioni varie, organizzazione di tutto l`occorrente, strumentazione, sacchi a pelo, tende, fornelli e pentole... Poi finito il lavoro spesa... 100 dollari solo per comprare cibo per i futuri 9 giorni: barrette energetiche, tortillas (fungono da pane ma occupano meno spazio), confezioni di carne secca, buste di tonno, RAMEN (fondamentale zuppa del campeggiatore... si tratta di buste di “spaghetti” con una bustina di dado che basta mettere nell`acqua bollente, aspettare 3 minuti e si ha per soli 25 centesimi a busta una porzione di calda zuppa a qualsiasi sapore - pollo, verdure, carne, carne piccante, maiale, pollo con funghi e chi più ne ha più ne metta - ed inoltre sono ideali quando si sta via per diversi giorni perché sono leggerissime e risparmiare peso quando si cammina 15 chilometri a giorno e` sempre cosa buona e giusta), noci, nocciole e frutta secca... Insomma di tutto un po`, un fracco di porcate ma che alla fine in queste situazioni vanno benissimo anche se poi non si vede l`ora di tornare a mangiare cibo normale e sano...
Venerdì 17 (eh lo so... ma qui quello che porta sfiga e` il venerdì 13...) sveglia di prima mattina, colazione corposa e partenza alle 7 e mezza da casa per andare nelle vicinanze del Canyon Village, dove abbiamo lasciato la macchina, ci siamo incontrati con Dave, il padrone dei cavalli su cui abbiamo caricato tutto il cibo, la strumentazione e le cose più pesanti e ci siamo incamminati...
Tutto sotto la pioggia... Tom avendo lasciato il K-Way nello zaino sui cavalli altro non ha potuto fare che indossare un sacchetto della spesa e poi un telo blu legato in vita con il nastro adesivo che lo faceva sembrare un il più sfigato dei Power Ranger
Abbiamo camminato per circa 13 chilometri seguendo un sentiero e dopo 3 orette siamo arrivati al primo campo dove Dave ha scaricato tutto l'armamentario dei cavalli ed e` tornato sui suoi passi, lasciandoci la montagna di zaini e borse e con la pioggia che incombente ci aspettava... Giusto il tempo di montare le tende e la pioggia e` iniziata a scendere... prima qualche timida goccia e poi due scrosci da diluvio universale... Pero` e` stata bella la sensazione di sentire il rumore della pioggia sulla tenda e comunque sentirsi al riparo tanto da schiacciare una solenne pennichella aspettando che tutto finisse...
Dopo un`oretta ho messo la testa fuori dala tenda ed un sole raggiante ci ha fatto decidere di affrontare i 4 chilometri che ci separavano dal secondo campo. Caricato tutto a spalle tranne il cibo per la sera e la colazione successiva e, GPS alla mano, ci siamo incamminati seguendo la direzione indicata... Tutto fuori sentiero, su e giù per per vallecole fastidiosissime, in un`area che qualche anno fa e` stata colpita da un incendio e quindi altro non c`erano che tronchi caduti ogni 2 passi, bagnati dalla pioggia; ci abbiamo messo più di un`ora per raggiungere il campo. Dopo una breve sosta per riprendere fiato ci siamo incamminati di nuovo verso il primo campo dove una lauta cena a base di fusilli al sugo davanti al fuoco ha fatto passare tutti i dolori e tutta la fatica della giornata.
Sabato dopo una colazione a base di caffè (mi sono portato dietro la caffettiera... ottima decisione!!!) e biscotti, abbiamo smontato le tende e ci siamo avviati verso il secondo campo dove un altro temporale si e` riversato sulle nostre teste. Altro non abbiamo potuto fare che metterci addosso il telo impermeabile delle tende ed aspettare che pioggia e grandine finissero
Finito il temporale abbiamo caricato quanto piu possibile in fretta e furia perché altri nuvoloni si stavano avvicinando minacciosi e tuoni fragorosi facevano sentire la loro voce. Nemmeno il tempo di camminare 10 minuti dopo aver attraversato un ruscello (questo vuol quasi sempre dire piedi inzuppati fino al ginocchio o quasi...) che e` ricominciato a piovere... Gli altri 4 chilometri che ci separavano dal terzo e definitivo campo li abbiamo percorsi mezzi correndo con circa 35 chili di roba in spalle, riparandoci la testa dalla grandine che ad ogni passo ci faceva urlare “Uh! Ah! Ahia! Ah! Ih! Uh!...”
Finalmente dopo un altra oretta buona di faticoso ed abbastanza estremo cammino, abbiamo raggiunto il pratone dove i vigili del fuoco il giorno prima ci avevano portato con l`elicottero 50 galloni d`acqua (circa 130 litri), fondamentali per cucinare, bere, lavarsi ecc visto che l`unica acqua nel raggio di 5 chilometri dal prato era quella idrotermale, piena di schifezze che nemmeno filtrandola e bollendola sarebbe diventata anche lontanamente potabile...
Beh dopo una giornata del genere altro non e` restato che montare le tende, cambiarsi i vestiti fradici, appenderli sugli alberi nella vana speranza che prima o poi si sarebbero asciugati e accendere il fuoco per poi lasciarsi andare ai vari sapori dei Ramen ed a qualche chiacchierata attorno al fuoco...
La domenica, dopo una sana dormita siamo ritornati di nuovo verso il secondo campo dove ci aspettavano tutte le cose che avevamo lasciato il giorno prima, ma per fortuna non erano molte, solo qualche chilo a testa di strumentazione e qualche vestito; camminare senza la pioggia ha aiutato molto il nostro percorso. Il pomeriggio, tornati al nostro campo e mangiato pranzo ci siamo rifugiati in tenda perché l`ennesimo temporale stava arrivando. Allora via dentro il sacco a pelo a sentire il rumore della pioggia e ad ascoltare quello che gli altri si dicevano di tenda in tenda... Penso che se qualcuno fosse arrivato in quel momento non avrebbe sentito altro che 3 tende parlanti nel mezzo di un pratone sotto la pioggia...
Lunedì e stato il giorno dell`ufficiale inizio dei lavori... Abbiamo iniziato dall`area più grande, quella delle Coffee Pot Hot Springs, che per fortuna era a soli 500 metri dalle tende... Tra mattina e pomeriggio abbiamo censito più di 100 fonti idrotermali tra sorgenti calde e fumarole con temperature dell`acqua tra i 50ed i 90 gradi...
Eravamo un po' preoccupati di quante sorgenti ci fossero e pensavamo di impiegarci due giorni a coprire tutta l`area ma lavorando sodo in una giornata abbiamo finito tutta questa zone, la prima delle tre aree da monitorare.
Per cena, soddisfatti del lavoro, ci siamo concessi un bel piatto di risotto spagnolo (cosi era scritto sulla scatola) che non so perché si chiamasse spagnolo ma alla fine il sapore era buono, con l`aggiunta di qualche goccia di Tabasco le papille gustative hanno potuto anche loro festeggiare...
Martedì destinazione Rainbow Springs, un gruppo di sorgenti 4 chilometri a nord-est, ovviamente senza alcun sentiero... Avevamo a disposizione solo il GPS che ci indicava la via più corta per raggiungere la destinazione... Beh Adrienne, stanca per i giorni precedenti ha preferito rimanere in tenda mentre con gli altri due baldi giovani ci siamo incamminati, seguendo alla lettera la traccia indicata dal Garmin. In effetti era la più breve ed in un`oretta siamo arrivati a destinazione dopo essere stati accompagnati per qualche decina di metri anche da una simpatica bestiolina simile ad un furetto ma piu' grande. Arrivati alle Springs ci siamo concessi la pausa pranzo e poi sono andato a vedere com`era la situazione attività idrotermale. Per fortuna non c`erano molte sorgenti attive, ne abbiamo censite una ventina al massimo, ma alcune erano veramente curiose...
Dopo tre orette ci siamo incamminati verso “casa”, seguendo sempre la traccia dell`ottimo ed efficientemente stupido Garmin che ci ha guidati verso la via piu ardua e faticosa che potessimo fare... Solo su e giù per torrenti, o meglio... su su su, giù, su su, un po giù poi su su su... una faticaccia tremenda, scavalcando in continuazione tronchi, scivolando, arrivando fiduciosi alla cima di un colle per poi scoprire che davanti a noi ce n`era un altro da superare e via cosi... ci abbiamo messo due ore per tornare ed una volta arrivati non ci e restato altro che morire per un po'...
Quando le forze ci sono tornate, guardarci negli occhi e pensare... “Bravi, Bravi deficienti a seguire il Garmin...”...
La sera, grazie al fatto che il legno da ardere era relativamente asciutto ci siamo concessi un fuoco bello grande e caldo, che altro non ha fatto che fare ispirarci confidenze ed emozioni...
Mercoledì mattina, sveglia con tutta calma, dopo le fatiche del giorno precedente, ma con motivazione per finire tutto il lavoro in soli tre giorni; destinazione Fairyland Hot Springs... Quest`area e' semplicemente lontana da tutto e tutti, a piu' di 5 chilometri dal campo e la zona civilizzata piu vicina e' a circa 20 chilometri in linea d`aria. Presto ci siamo resi conto perché solo un centinaio di persone ha mai visto con i propri occhi queste sorgenti... Il percorso come al solito non e' stato facilissimo: soliti tronchi bagnati, solito Garmin, soliti ruscelli da attraversare, pero' fondamentalmente in piano... Bene direte voi... Eh no... perché si cammina in piano fino a quando non si vedono le Hot Springs come un puntino fumante laggiù... 400 metri perfettamente verticali sotto i nostri piedi... Che fare??? Tornare indietro neanche per sogno e la tentazione di entrare nell`elite dei pochi privilegiati che hanno visto questo posto ci ha spinto a trovare una via per scendere... Un po' scivolando sul deretano, un po' attaccandoci agli alberi, un po' camminando a zig zag alla fine siamo arrivati al fondo di questo Canyon dove ci hanno accolto in tutta la loro particolare bellezza queste sorgenti fatte di fumarole, coni e colonne disposte perfettamente in circolo... Mi hanno un po' ricordato un piccolo Stonehenge direttamente costruito da Madre Natura e da Mr. Vulcano...
Una buona ora l`abbiamo dedicata a guardarci intorno, a scolpire nella memoria quanti piu' particolari possibile e poi ci siamo messi all`opera con uno strano spirito nel cuore. Un misto tra l`esploratore e lo scienziato in un posto fuori da ogni tempo.
Finito il lavoro abbiamo affrontato la salita, senza peso e senza fatica, ed una volta arrivati in cima abbiamo dato un ultimo sguardo a quel posto meraviglioso, coscienti che difficilmente lo avremmo rivisto di nuovo, troppo lontano da tutto e tutti, troppo difficile da raggiungere, ma troppo bello per non essere vissuto con emozione.
La sera, mega fuoco, mega cena, mega felicissimi di aver finito il lavoro con due giorni di anticipo ma soprattutto super felici per quello che avevamo vissuto.
Giovedì ci siamo svegliati con un altro spirito, senza ogni angoscia di dover camminare per lavorare, ma con il desiderio comunque di andare ad esplorare un po' l`area vicina e considerando che la zona del Grand Canyon era a soli 5 chilometri dalle tende, ci siamo fatti tentare e abbiamo deciso di andare. La camminata e' stata faticosa, soprattutto dovendo attraversare un signor torrente con l`acqua alle ginocchia ed ovviamente i piedi e gli scarponi completamente inzuppati (eh eh mica li si toglie per attraversare un torrente... si perde tempo ed e scomodo...), ma tanto e` piovuto praticamente ogni singolo passo che abbiamo fatto, attraversando boschi e pratoni, dove non ci saremmo stupiti di incontrare un puma ed un grizzly attaccare un branco di alci mentre una mandria di bufali si dava alla fuga e delle aquile dalla testa bianca aspettavano dall`alto il loro turno per darsi alla caccia... ma nulla di tutto questo e successo... non abbiamo visto nemmeno uno scoiattolo...
La pioggia e' cessata giusto il tempo in cui, arrivati al Canyon, ci simo seduti sul bordo del dirupo a guardare il fiume Yellowstone scorrere 800 metri sotto di noi ed a mangiare godendoci il sole...
Beh il Canyon e 'impressionante... ma la sua descrizione la lascio al post successivo...
Il ritorno e 'stato estremo, come al solito ormai, con i piedi e gli scarponi che erano davvero molto squishing, credo che il termine renda bene l`idea...
La sera, ultima cena al pratone, con un fuoco davvero enorme e con un daino che verso le 8 e mezza e venuto a darci l`addio per poi scomparire nel bosco...
Venerdì, giornata di trasloco... Sveglia, colazione, sbaraccamento totale del campo e, con 45 chili sulle spalle, ci siamo incamminati verso il primo campo... 8 chilometri di vera fatica, chi con uno zaino alto 2 metri chi con due zaini addosso...
Verso le 4 siamo arrivati al campo dove abbiamo dormito il primo giorno e dove l`indomani Dave sarebbe tornato con i cavalli per caricare il tutto, ma anche con una piacevole sorpresa...
Sabato... giorno del ritorno alla civiltà... Dopo aver smontato di nuovo tutto abbiamo aspettato Dave che arrivasse, finalmente sotto il sole dopo 8 giorni di pioggia. Verso mezzogiorno e arrivato, in un`oretta abbiamo impacchettato tutto e caricato i cavalli e poi Dave ha detto: “Qui ho un cavallo in piu sellato, qualcuno vuole tornare a cavallo?”... Beh che dire... non me lo sono fatto dire due volte... Ho messo le briglie, regolato le staffe ed in pochi minuti ero in sella, felice di realizzare uno dei miei piccoli sogni, quello di girare per il parco in sella ad un cavallo. Sono stati 13 chilometri stupendi, seguendo il sentiero in mezzo ai boschi dove non abbiamo incontrato anima viva, solo un daino, due coyote ed i bisonti che pascolavano nella prateria... Non so... e' difficile descrivere bene la sensazione che ho provato, un misto di soddisfazione, di incredulità e di felicità... Bello Bello Bello!!!
Dopo due orette buone siamo arrivati al parcheggio dove abbiamo scaricato i cavalli, saliti in macchina e diretti, senza nemmeno dire una parola al Canyon Village dove, entrando nel ristorante come vere bestie, sporchi, puzzolenti, rumorosi, abbiamo ordinato un doppio bacon cheese burger con patatine, una mega coca cola ed un milkshake al cioccolato!!! Penso che abbiamo mangiato il tutto in 3 minuti davanti ad una famiglia che si stava gustando placidamente il loro pranzo e che che dal momento in cui siamo entrati non ha fatto altro che guardarci con gli occhi sbarrati... Mi sembrava di far parte della scena del ristorante del film “Lo chiamavano Trinità”...
Poi finalmente il ritorno a casa, dove altro non ho potuto far che fare una infinita doccia calda, prepararmi una bella e sana cena e poi addormentarmi ascoltando un po' di sana musica, ripensando alla miriade di emozioni e situazioni che abbiamo vissuto in questi 9 giorni...
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